L’Associazione Bancaria Ticinese (ABT) si e riunita lo scorso 14.05.2019 a Vezia in assemblea annuale ordinaria per deliberare sui consueti punti all’ordine del giorno e per discutere sulle numerose tematiche che toccano il settore. Ospiti il Presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta e il CEO di Banca Vontobel Zeno Staub. Inoltre, per sottolineare il ruolo formativo per l’intera piazza finanziaria ticinese, il Centro Studi Bancari è stato ribattezzato Centro Studi Villa Negroni.
Evoluzione della piazza finanziaria
Il quadro congiunturale del 1.trimestre dell’anno, elaborato dal Centro di ricerche congiunturali del Politecnico di Zurigo (KOF) e dall’Ufficio cantonale di statistica, conferma un trend ottimista. In particolare, si nota un risveglio della domanda estera e questo è di buon auspicio dopo il deserto attraversato negli scorsi anni, contraddistinto dalla crisi finanziaria internazionale, dalla regolamentazione crescente e da una clientela che è rimasta alla finestra di fronte alle numerose incognite politiche ed economiche.
Rimane delicata la situazione occupazionale: il settore bancario deve smaltire alcune inefficienze ma soprattutto sta subendo ancora le conseguenze di un consolidamento generale che ha portato gli istituti verso nuove scelte strategiche. Il dato a fine 2018 denota un calo di 74 unità rispetto al 2018, per un totale di 5’585 posti di lavoro (calcolati a tempo pieno).
Il settore finanziario (definito nella sua accezione in senso stretto, quindi composto da banche, assicurazioni e servizi finanziari) ricopre ancora un ruolo fondamentale anche in termini di offerta di posti di lavoro qualificati e occupati da personale residente in Ticino. I circa 10’500 addetti (calcolati a tempo pieno), pari al 6% di tutti i posti di lavoro nel Cantone, producono il 9% del PIL cantonale.
Un altro tema cruciale rimane quello della politica monetaria. Infatti, anche il 2018 ha subito le conseguenze dell’introduzione dei tassi d’interesse negativi sugli averi delle banche presso la banca centrale, ciò che crea tutta una serie di conseguenze non solo per le banche e per i risparmiatori ma anche per tutta l’economia svizzera.
Trend del settore bancario e condizioni-quadro
Tra i principali trend di lungo periodo che stanno avendo un impatto decisivo sull’industria finanziaria mondiale figurano la digitalizzazione, la demografia, la globalizzazione, la regolamentazione e la sostenibilità. Si parla molto di strategie per far fronte a questi cambiamenti epocali ed è giusto porsi la domanda: che cosa stanno facendo le nostre banche per capire la portata di questi trend e per essere pronti ad affrontare le nuove sfide? Il discorso non può essere banalizzato. Ogni banca, seppure con vari punti in comune con altri istituti, ha le proprie specificità e sarebbe sbagliato pensare che una strategia generale possa valere per tutte le banche.
Per quel che riguarda la votazione del 19 maggio prossimo l’ABT raccomanda un chiaro SI alla riforma fiscale e al finanziamento AVS. In caso contrario le conseguenze a livello di posti di lavoro, ricchezza e capacità di innovazione sarebbero importanti. Nel 2017 in Ticino il risultato del primo scrutinio fu incoraggiante e auspichiamo che il Consiglio di Stato, indipendentemente dalla votazione federale, intraprenda al più preso la strada di una riforma a livello cantonale. In particolare, ci sembra oltremodo urgente un abbassamento delle aliquote massime sulle persone fisiche e dell’imposta sulla sostanza poiché sono queste le cause più frequenti di imprenditori, famiglie e contribuenti facoltosi che ancora recentemente hanno lasciato il suolo ticinese verso altri lidi in Svizzera o all’estero.
Normativa bancaria e rapporti con l’estero
Le basi giuridiche necessarie per l’introduzione dello scambio automatico di informazioni sono entrate in vigore il 1° gennaio 2017 e la trasmissione di dati ha potuto iniziare puntualmente nel giugno 2018. Lo standard riguarda sia le persone fisiche che quelle giuridiche. Il beneficiario effettivo del conto deve essere identificato in applicazione dello standard dell’OCSE e delle raccomandazioni del GAFI.
Nei rapporti con l’Unione europea si auspica un accesso migliorato al mercato transfrontaliero. Purtroppo i segnali che ci giungono non sono positivi. L’obbligo di apertura di una succursale in Italia non rispetta le promesse pattuite dalla roadmap nel 2015. Il mondo bancario rimane quindi determinato nell’insistere affinché si trovi una strada percorribile in nome della reciprocità tra i due Paesi.