COMUNICATO STAMPA ABT 10.11.2020

L’Associazione Bancaria Ticinese raccomanda di respingere l’iniziativa popolare «Per imprese responsabili», in votazione il prossimo 29 novembre. L’associazione sostiene il controprogetto pragmatico ed equilibrato proposto dal Parlamento.

L’iniziativa in votazione mira a introdurre obblighi legali più severi in merito alla responsabilità delle imprese: in particolare esige che le aziende svizzere controllino il rispetto delle norme umane e ambientali da parte delle loro filiali (anche all’estero), dei loro fornitori e dei loro partner commerciali. Le aziende elvetiche dovrebbero adottare misure per rimediare alle eventuali infrazioni e potrebbero essere ritenute responsabili anche delle infrazioni commesse dalle loro filiali e dalle aziende che controllano. Inoltre, le imprese verrebbero giudicate da tribunali svizzeri, secondo il diritto svizzero.

Ovviamente il settore bancario considera sacrosanto il principio secondo cui un’impresa deve assumersi la responsabilità delle proprie azioni e condanna qualsiasi comportamento contrario ai diritti dell’uomo e dell’ambiente.

Gli obiettivi dell’iniziativa sono condivisibili, ma con l’approccio adottato si rischia non solo di non ottenere quanto sperato, ma anche di minare la competitività dell’economia svizzera. Questo per diverse ragioni: in primo luogo l’iniziativa non toccherebbe soltanto poche multinazionali, bensì migliaia di piccole e medie imprese (PMI), che verrebbero fortemente penalizzate non avendo i mezzi per adempiere alle stringenti esigenze di reporting e monitoraggio richieste dall’iniziativa. Difficile immaginare come una PMI ticinese possa controllare non solo la propria filiale all’estero, ma anche i clienti e i fornitori con i quali la filiale si rapporta.

Per quanto riguarda il settore bancario, un grande interrogativo concerne i crediti: l’iniziativa su questo punto è poco chiara. Non viene specificato ad esempio se una banca che finanzia un progetto è ritenuta responsabile nel caso in cui l’azienda che si occupa del progetto violasse delle norme. Un’incertezza alla quale si aggiunge il carico di lavoro amministrativo di cui le banche e i loro clienti aziendali dovrebbe farsi carico in caso di approvazione dell’iniziativa. In un contesto economico già estremamente delicato, appesantire ulteriormente il lavoro di banche e imprese non aiuterebbe di certo.

Bisogna anche ricordare che la responsabilità delle imprese è una tematica sulla quale il settore bancario si sta già impegnando molto, promuovendo la sostenibilità in ambito finanziario e l’adesione ai criteri ESG, ovvero i criteri ambientali, sociali e di governance. Non a caso il Consiglio federale e l’Associazione svizzera dei banchieri hanno inserito la sostenibilità tra le priorità per la piazza finanziaria.

 UN CONTROPROGETTO EQUILIBRATO

Anche il Consiglio federale si è dimostrato molto attento ai temi sociali e ambientali, tuttavia reputa che l’iniziativa si spinga troppo oltre e per questa ragione respinge l’iniziativa ma sostiene il controprogetto elaborato dal Parlamento. Contrariamente all’iniziativa, nel controprogetto le nuove norme verrebbero coordinate a livello internazionale. Le filiali e i fornitori economicamente indipendenti rimarrebbero i soli responsabili dei danni causati, secondo il diritto del Paese in cui è avvenuto il fatto. Disposizioni penali sarebbero tuttavia previste per chi viola gli obblighi con multe fino a 100’000.- franchi. Qualora l’iniziativa venisse bocciata alle urne entrerebbe in vigore immediatamente il controprogetto indiretto.

Le aziende svizzere portano un grande valore aggiunto, non solo all’interno dei nostri confini ma anche nei paesi in cui operano. Le norme attualmente in vigore permettono di sanzionare adeguatamente quelle aziende che non rispettano determinati standard ambientali e sociali. Il controprogetto andrebbe a rafforzare ulteriormente queste norme, senza tuttavia penalizzare eccessivamente l’economia.