In questa sezione potrete trovare un riassunto degli avvenimenti principali che hanno caratterizzato il settore bancario ticinese. Dalla fine dell’Ottocento, quando in Ticino vennero creati i primi istituti bancari, il settore ha vissuto uno sviluppo rapido che, in particolare con il boom degli anni sessanta, ha portato Lugano a diventare la terza piazza finanziaria svizzera dopo Zurigo e Ginevra.
Gli esordi del sistema bancario ticinese risalgono alla seconda metà dell’Ottocento, proprio mentre le moderne vie di comunicazione stradali (Ponte di Melide, 1847) e ferroviarie (traforo del San Gottardo, 1882) ribadiscono la centralità del Cantone sull’asse nord-sud dell’Europa.
Lugano in particolare conosce un momento di grande sviluppo del settore del turismo e dei commerci. In questo senso la presenza di uno sportello della Banca Cantonale Ticinese si rivela insufficiente. Sorgono allora nel 1873 a Lugano la Banca della Svizzera Italiana, nel 1885 a Bellinzona la Banca Popolare Ticinese, nel 1889 la Banca Popolare di Lugano. Nel 1890 è la volta di Locarno che apre il Credito Ticinese e nel 1897 viene fondata la Banca Svizzero-Americana, un istituto che guarda ai molti emigranti d’oltre Oceano, e che si dota fin dall’inizio di un’agenzia a San Francisco. In seguito vengono fondate la Società Bancaria Ticinese, con sede a Lugano e poi a Bellinzona, e la Banca Agricola e Commerciale.
Le otto banche create raggiungono nel 1910 una cifra di bilancio complessiva di 145.1 milioni di franchi. Sono dimensioni che oggi suscitano un sorriso di sorpresa nei giovani e forse di nostalgia nei più anziani. Tuttavia il coraggioso contributo pionieristico del secolo scorso fu determinante per l’economia, per il commercio e soprattutto per lo sviluppo delle infrastrutture del nostro Cantone.
Una nota di pessimismo giunge con la crisi politica in cui versa l’Europa con l’avvicinarsi della prima guerra mondiale portando al fallimento due istituti, cresciuti senza sufficiente fondamento, con un perdita di risparmio del Cantone di oltre 30 milioni di franchi.
La posizione del Cantone, saldamente inserito nella rete delle comunicazioni europee, a ridosso di un bacino industriale già allora importante come quello lombardo, suscita il vivo interesse delle grandi banche svizzere. Nel 1908 la Società di Banca Svizzera apre una succursale a Chiasso, nel 1913 è la volta del Credito Svizzero a Lugano, a cui seguono, nel 1919 la Banca Popolare Svizzera a Locarno e infine nel 1920 l’Unione di Banche Svizzere con due succursali a Lugano e a Locarno e l’assorbimento della Banca Svizzero-Americana.
La nascita nel 1915 della Banca dello Stato, una fondazione autonoma di diritto pubblico, segna un altro evento decisivo nell’articolazione del sistema bancario ticinese. Tale rilievo non si deve soltanto all’importanza che questo istituto avrebbe in poco tempo assunto, ma soprattutto al fatto che la sua creazione fu resa possibile dall’intervento dell’Unione delle banche cantonali, del cartello delle banche svizzere, dello Stato del Cantone Ticino e delle principali banche ticinesi: la Banca Popolare di Lugano, la Banca della Svizzera Italiana, la Banca Svizzero-Americana e la Banca Popolare di Bellinzona. Istituzioni ed istituti contribuirono in parti diverse alla sottoscrizione del capitale iniziale. Segno che già nelle sue prime fasi il sistema bancario ticinese era alla ricerca di un sua struttura e di un coordinamento interno.
Una necessità che rese possibile, nel 1920, dare l’avvio all’Associazione Bancaria Ticinese. L’obiettivo era di allargare la collaborazione tra le banche e di disciplinare attraverso accordi e convenzioni le loro diverse attività.
Al termine del secondo conflitto mondiale l’Europa riorganizza il suo assetto politico ed economico gettando le basi di quella fase di espansione che avrà il suo epicentro negli anni Sessanta. Lugano diventa il centro di uno sviluppo che, se ha comportato la necessità di risolvere alcuni problemi dal punto di vista urbanistico e sociale, è stato certo all’origine del suo attuale benessere.
Lo sviluppo e l’affermazione internazionale della piazza finanziaria di Lugano risale al Secondo dopoguerra e in particolare agli anni Sessanta e Settanta. La posizione geografica di Lugano, le garanzie di stabilità economica e di pace sociale che la Svizzera offriva, la particolare situazione istituzionale della vicina Italia, avevano di fatto reso possibile, grazie all’afflusso di ingenti capitali, la formazione di un importante mercato finanziario. Queste condizioni favorevoli hanno permesso la crescita e la diversificazione del settore bancario e finanziario in genere. Lugano è oggi quotata come la terza piazza finanziaria svizzera, dopo Zurigo e Ginevra.
Oggi le Istituzioni pubbliche e private sono tuttavia consapevoli di dover affrontare con decisione i nodi posti dalle trasformazioni in atto nei mercati finanziari: la loro globalizzazione e le conseguenze derivanti da un contesto europeo e internazionale in continua evoluzione.
La nascita dell’Euro ha spinto il Franco svizzero a diventare una moneta di diversificazione, spogliandosi in parte dell’abito tradizionale di moneta di rifugio soggetta a forti escursioni legate a turbolenze economiche e politiche che hanno origine fuori dalla Svizzera. Un Franco più importante all’interno delle aree monetarie, una moneta più protetta dal rischio di repentine rivalutazioni, o svalutazioni concorrenziali, e quindi più stabile, spiega il crescente interesse verso la piazza finanziaria di Lugano da parte di banche estere.
L’afflusso di capitali va di fatto aumentando proprio grazie alla prospettiva di un Franco più importante come moneta di diversificazione. Se si aggiunge l’impatto psicologico esercitato da questo fattore sulla clientela appartenente all’area dell’Euro, diventa comprensibile la conseguente tendenza a ricalibrare le proprie posizioni in favore di un Paese che è al di fuori dell’Unione Monetaria.
È probabile che osservando la piazza finanziaria di Lugano si assista ad una maggior crescita delle attività di investimento rispetto a quelle del credito e tuttavia l’ottimismo diffuso tra gli operatori di questo sistema non deriva soltanto dalla posizione del Franco svizzero nei confronti delle altre monete.
Ciò su cui il settore può contare è la presenza di un terziario avanzato diffuso sul territorio e sostenuto da una formazione professionale di livello in costante ascesa. Si pensi al Centro di Studi Bancari dell’Associazione Bancaria Ticinese, alla nuova Università della Svizzera Italiana, alla Scuola universitaria professionale (SUPSI) che cura gli aspetti della ricerca applicata e del trasferimento delle conoscenze tecniche e pratiche all’economia produttiva.
La presenza di una trasformazione del tessuto economico e della cultura che lo sostiene, come quella alla quale si è potuto assistere negli ultimi dieci anni in Ticino, prelude ad un’ulteriore crescita dei servizi finanziari. Le condizioni necessarie ad una crescita qualificata dell’economia del territorio sono presenti e il settore vi partecipa attivamente.
Domande e risposte sul tema delle banche
(fonte: our.snb.ch)
Cambiavalute e prestatori di denaro esistevano in parecchie culture antiche. Nel Medioevo, il commercio prosperò in Europa, e con esso crebbe anche il bisogno di servizi bancari professionali. Tra le prime banche si trovano gli istituti bancari nelle città commerciali italiane di quel tempo.
- USTAT – Indagine congiunturale banche, Ticino – aprile e primo trimestre 2017
- USTAT – Indagine congiunturale banche, Ticino – luglio e secondo trimestre 2017
- USTAT – Indagine congiunturale banche, Ticino – aprile e primo trimestre 2018
- USTAT – Indagine congiunturale banche, Ticino – luglio e secondo trimestre 2018
- USTAT – Indagine congiunturale banche, Ticino – ottobre 2018
- USTAT – Indagine congiunturale banche, Ticino, aprile 2019
- USTAT – Indagine congiunturale banche, Ticino, luglio 2019
- USTAT – Indagine congiunturale banche, Ticino, gennaio 2020
- USTAT – Indagine congiunturale banche Ticino, aprile 2020
- USTAT – Indagine congiunturale banche Ticino, luglio 2020
- USTAT – Indagine congiunturale banche Ticino, ottobre 2020
- USTATI – Indagine congiunturale banche Ticino, gennaio 2021
- USTAT – Monitoraggio congiunturale: andamento e prospettive di evoluzione dell’economia ticinese – marzo 2016
- USTAT – Monitoraggio congiunturale: andamento e prospettive di evoluzione dell’economia ticinese, giugno 2017
- USTAT – Monitoraggio congiunturale: andamento e prospettive di evoluzione dell’economia ticinese, giugno 2018
- USTAT – Monitoraggio congiunturale: andamento e prospettive di evoluzione dell’economia ticinese, settembre 2018
- USTAT – Monitoraggio congiunturale: andamento e prospettive di evoluzione dell’economia ticinese, marzo 2019
- USTAT – Monitoraggio congiunturale: andamento e prospettive di evoluzione dell’economia ticinese, giugno 2019
- 2016 Banking Barometer
- 2017 Banking Barometer
- 2018 Banking Barometer
- 2019 Banking Barometer
- 2020 Banking Barometer
Revisione parziale della legge sugli investimenti collettivi
Berna, 11.01.2012 – In data odierna il Consiglio federale ha preso conoscenza del rapporto sui risultati della consultazione concernente la revisione parziale della legge sugli investimenti collettivi (LICol). Il risultato della consultazione indica che l’avamprogetto gode di vasti consensi, sebbene emerga un quadro eterogeneo per quanto riguarda le singole modifiche proposte. Sulla base di questi risultati, il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale delle finanze (DFF) di elaborare un messaggio relativo alla modifica della LICol che tenga conto delle principali richieste dei partecipanti alla consultazione.
La maggior parte dei partecipanti alla consultazione accoglie favorevolmente gli obiettivi e gli indirizzi dell’avamprogetto del Consiglio federale e sostiene la trattazione urgente dell’adeguamento della legge alla nuova regolamentazione dell’UE. Per contro – a seconda dei propri interessi – i pareri pervenuti sulle singole disposizioni sono contraddittori. In particolare hanno dato adito a critiche l’estensione del campo di applicazione della LICol e lo stralcio dal catalogo degli investitori qualificati dei clienti di gerenti patrimoniali che dispongono di un contratto di gestione patrimoniale. Altre critiche sono state formulate riguardo al concetto troppo ampio di distribuzione, alla limitazione delle forme giuridiche autorizzate per i gerenti patrimoniali di investimenti collettivi di capitale, al loro catalogo delle prestazioni e alle aumentate esigenze per i rappresentanti di investimenti collettivi di capitale esteri.
Il Consiglio federale terrà debitamente conto delle principali osservazioni dei partecipanti alla consultazione e dei principali obiettivi della revisione parziale, in particolare il rafforzamento della protezione dei depositanti e la competitività nonché l’adeguamento agli standard internazionali. In data odierna esso ha incaricato il DFF di elaborare un messaggio per l’inizio del mese di marzo 2012.
- USTAT 2019: Comparti economici – attività finanziarie e assicurative
- La piazza finanziaria ticinese 2019
- L’importance économique du secteur financier en Suisse (BAKBasel, 2015)
- Monitor del mercato del lavoro 2017
- Sfide e opportunità per la piazza finanziaria ticinese (BAKBasel 2016)
- Credit Suisse, Swiss Financial Center 2018 – From crisis to growth
- Piazza finanziaria svizzera – Indicatori aprile 2019
- La piazza finanziaria ticinese 2018
- Studio ASB: l’impatto dei tassi d’interesse negativi
- USTAT 2020: Denaro e banche
- BAK 2020: Economic impact of the Swiss Financial Sector