Con un valore aggiunto lordo di circa CHF 70 miliardi, pari al 9,3% del Prodotto Interno Lordo (PIL), quello finanziario è uno dei comparti più importanti in Svizzera. L’importanza fondamentale del settore finanziario per la piazza economica svizzera risulta ancora più evidente se si considerano le prestazioni erogate direttamente e indirettamente dagli altri comparti economici. Si tratta ad esempio di prestazioni fornite da aziende non finanziarie a favore del settore finanziario oppure anche di ricadute positive indirette, come ad esempio la costruzione di un edificio destinato a ospitare una banca da parte di un’impresa edile oppure la visita in banca di un cliente estero di private banking abbinata a un periodo di ferie in Svizzera.
Con i propri prodotti, in particolare crediti e assicurazioni, le società finanziarie sostengono anche la crescita delle aziende, ad es. la costruzione o l’ampliamento di un impianto di produzione, oppure la concessione di una copertura finanziaria in caso di eventuali interruzioni d’esercizio. Il settore finanziario elvetico è molto importante anche nel confronto internazionale. Infatti, l’apporto fornito all’intera catena di creazione di valore è doppio o triplo rispetto a quello degli altri Paesi europei, ad eccezione del Lussemburgo.
Nel 2022 l’intero comparto finanziario occupava circa 230’000 persone, pari al 5,4% di tutta la forza lavoro svizzera. In ambito assicurativo, il ramo danni è quello che impiega il maggior numero di persone (i tre quarti del totale), seguito dal ramo vita e dalle riassicurazioni. Confrontando il settore finanziario con altri importanti rami di attività, risulta subito chiaro che la produttività lavorativa (valore aggiunto lordo diviso per il numero di occupati) supera di gran lunga la media. Il 5,2% delle persone attive nella finanza genera il 9% del valore aggiunto lordo dell’intero apparato economico, ossia la produttività per occupato è quasi doppia rispetto alla media.
Il settore bancario figura tra i maggiori contribuenti svizzeri. Ma quali categorie fiscali fanno capo al bancario? Definirle non è facile. Una possibilità consiste nel suddividere le prestazioni fiscali del settore in quattro categorie.
• Imposte corrisposte dalle banche stesse: qui rientrano innanzitutto le imposte sull’utile e sul capitale applicate in Svizzera; imposte sul valore aggiunto versate dalle banche ma che a fronte della tassazione solo parziale delle prestazioni finanziarie non possono essere dedotte come imposte precedenti (tassa occulta); infine, una parte della tassa di emissione (bollo federale).
• Imposte corrisposte attraverso i fattori di produzione relativi alle banche: in questa categoria rientrano, oltre alle imposte sul reddito applicate agli stipendi e ai bonus dei collaboratori, anche le imposte sul reddito sui dividendi bancari delle persone soggette a imposizione fiscale in Svizzera.
• Imposte versate dai clienti in relazione alle transazioni finanziarie effettuate attraverso le banche svizzere: qui troviamo innanzitutto una parte del «residuo» dell’imposta preventiva (i rimborsi non richiesti dai contribuenti svizzeri e le imposte prelevate ai contribuenti esteri) nonché una parte della tassa di negoziazione. Si aggiunge poi il 25 % della trattenuta fiscale UE che rimane in Svizzera (tassazione degli interessi) nonché l’imposta sul valore aggiunto sulle prestazioni finanziarie.
• Imposte relative alle transazioni finanziarie, ma corrisposte senza l’intervento delle banche (ad es. le tasse di bollo versate dai commercianti di valori mobiliari al di fuori del settore bancario).
Per investimenti diretti all’estero si intendono tutti gli investimenti operati da aziende svizzere all’estero con l’intento di creare una relazione strategica di lungo termine con l’impresa nella quale investono. In questo modo l’investitore si garantisce un’importante influenza a livello di conduzione aziendale. Stando alla definizione dell’OCSE, l’investitore dimostra il suo interesse duraturo se detiene almeno il 10 % dei diritti di voto nell’azienda in cui investe. Nel concetto «investimento diretto» rientrano diverse transazioni, quali apertura di una filiale indipendente, di una joint venture, costituzione di succursali, acquisto di aziende o fusioni, ma anche prestiti del gruppo alle succursali all’estero e trattenute di utili nella succursale. Occorre distinguere gli investimenti diretti annui (flussi) dal portafoglio di investimenti diretti. Questi ultimi derivano dagli afflussi e deflussi annui nonché dalle oscillazioni sulle borse e dai corsi di cambio.
Nel raffronto internazionale, la Svizzera presenta un elevato numero di investimenti diretti all’estero, che si manifesta anche nel rapporto tra portafoglio di investimenti diretti svizzeri all’estero e PIL nominale. Circa un quarto di questi investimenti diretti è stato generato da banche e assicurazioni.
Grande importanza rivestono anche gli investimenti diretti di investitori esteri nel settore finanziario elvetico. Non va dimenticato che anche una percentuale consistente degli azionisti di grandi società finanziarie svizzere proviene dall’estero.
Per maggiori informazioni potete leggere lo studio pubblicato da BAK Economics sulla rilevanza del settore finanziario in Svizzera.