È stata inaugurata giovedì 8 ottobre a Vezia la quinta mostra del progetto della Divisione Cultura della Città di Lugano Vincenzo Vicari. Il Ticino che cambia. L’esposizione, organizzata in collaborazione con l’Associazione Bancaria Ticinese nell’anno del suo centenario, presenta nei corridoi di Villa Negroni un percorso cronologico con oltre cento fotografie che documentano l’evoluzione del mondo del lavoro in Ticino tra gli anni Trenta e gli anni Ottanta del Novecento, dalle industrie tessili e del tabacco del primo dopoguerra allo sviluppo del terziario. La mostra si è aperta con un incontro dedicato all’Immagine del lavoro nelle fotografie di Vincenzo Vicari. Dopo i saluti di Franco Citterio, direttore dell’Associazione Bancaria Ticinese, e di Roberto Badaracco, capodicastero Cultura della Città di Lugano, l’economista Silvano Toppi e lo storico Alberto Gandolla, insieme al curatore Damiano Robbiani, hanno contestualizzato e commentato le fotografie in mostra.

Il Municipale Roberto Badaracco ha esordito ricordando «il ruolo essenziale del nostro patrimonio storico e artistico per la comprensione del presente. L’archivio del fotografo Vincenzo Vicari, acquistato dalla Città nel 1988 e arricchito da successive donazioni, ci permette di leggere le profonde trasformazioni economiche e sociali che hanno portato al Ticino di oggi. Da questa mostra, allestita in collaborazione con l’Associazione Bancaria Ticinese che festeggia il suo primo centenario, esce l’immagine di un territorio in continuo cambiamento, nel quale le banche hanno avuto un ruolo decisivo nello sviluppo delle attività lavorative e imprenditoriali. Ma gli scatti di Vicari documentano anche momenti critici, come la crisi economica successiva al crac del 1914, che determinò un lungo periodo di stagnazione caratterizzato da industrie ancora poco meccanizzate che sfruttavano manodopera femminile a buon mercato. Nei decenni successivi gli istituti bancari divennero – lo documentano benissimo le immagini in mostra − importanti datori di lavoro e trascinatori di un’economia ticinese ormai votata al terziario».
Il direttore ABT Franco Citterio ha sottolineato «non solo l’importanza storica del settore bancario per il benessere del Cantone ma anche il ruolo giocato dagli istituti di credito nello sviluppo dell’economia ticinese. Infatti, l’afflusso di capitali in Svizzera ha permesso il mantenimento stabile della moneta e dei tassi d’interesse, a beneficio dei cittadini e delle imprese. Le immagini della mostra – conclude Citterio – oltre a suscitare una certa nostalgia permettono di riflettere su quanto si sia evoluto il settore nel tempo, proiettandosi verso un futuro sempre più tecnologico».