La situazione attuale degli affari è giudicata nuovamente in termini positivi in tutte le piazze finanziarie svizzere. Più cauta invece la valutazione in prospettiva: con un deciso calo delle voci positive. Per ora non si avverte tanto un calo della domanda di servizi – anzi la domanda da parte delle imprese e della clientela privata è in aumento – quanto piuttosto un’involuzione degli indicatori relativi ai volumi. Le indicazioni relative ai capitali gestiti si sono notevolmente ridotte, anche quelle relative ai crediti accordati e alle transazioni su titoli sono peggiori rispetto ad inizio anno. Nonostante questa situazione sempre più incerta non si avverte un particolare peggioramento sul fronte dell’occupazione.

 

Il commento del Direttore ABT Franco Citterio

Il conflitto bellico in Ucraina e le incognite legate all’inflazione hanno determinato un andamento borsistico tra i peggiori della storia negli ultimi 50 anni. L’impatto per i capitali amministrati e, di riflesso, per le transazioni di gestione e sulla negoziazione di titoli è stato devastante per gli investitori e per gli istituti bancari attivi nella gestione patrimoniale. Poco sorprende quindi se la maggior parte degli intervistati ha dichiarato un secondo trimestre sotto tono, con prospettive di crescita per i prossimi mesi molto legate all’andamento dei mercati azionari. Più stabile, per ora, sembra essere la situazione congiunturale per privati ed imprese svizzere che garantiscono una domanda di servizi bancari (es. crediti commerciali ed ipotecari) ancora forte. Qui pesa evidentemente la questione dei tassi d’interesse che ha raggiunto nelle scorse settimane un punto di svolta con la decisione della Banca nazionale svizzera di cambiare politica monetaria e di aumentare i tassi di riferimento.

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